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mercoledì 6 maggio 2020

STEP#13 Settecento e fotosintesi clorofilliana

Verso la fine del settecento la scienza, ed in particolare la chimica, stava facendo dei grossi passi in avanti in quanto a scoperte. Una delle più importanti, per la vita sul pianeta, la fotosintesi clorofilliana.
Sono in particolare due i nomi che spiccano, in quanto a studi su questo fenomeno. Inizialmente Joseph Priestley esegue esperimenti sull'aria e nel 1771, scopre che le piante interagiscono con l'aria e sono in qualche modo capaci di generarne altra. Ed in seguito, nel 1779, Jan Ingenhousz scopre che le piante per generare ossigeno hanno bisogno della luce, dimostrando così il processo di fotosintesi.

Gli esperimenti dei due spiegati, e link per provarlo in casa



Ora una piccola spiegazione sulla fotosintesi clorofilliana
La fotosintesi clorofilliana, è un processo che permette di sintetizzare composti organici, tramite l'utilizzo di fonti di luce e fonti di carbonio inorganico.
La luce viene assorbita dalla clorofilla, un pigmento che si trova in degli organuli chiamati cloroplasti, e trasformata in energia chimica. Da qui iniziano due fasi,: luminosa e scura.
Nella fase luminosa, la linfa grezza composta da acqua e sali minerali passa dalle radici alle foglie che la combinano con l'anidride carbonica.
Nella fase scura, avviene un processo di sintetizzazione di anidride carbonica e linfa grezza per arrivare al glucosio.
Durante questo processo, viene rilasciato l'ossigeno.

Per una comprensione migliore e formule si consiglia la visione di chimica-online e focus junior.